La sintesi è una bella cosa, ma non l’ha ordinata il dottore (almeno non sempre). Hai la soglia di attenzione bassa? 🥦* tuoi!

Riccardo Zanardelli
3 min readSep 9, 2018

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*ho usato il broccolo perché l’emoji del cavolo non c’è. Va bene lo stesso?

Ho frequentato l’Università in un periodo dove se la materia non era difficile lunga e pallosa allora non valeva niente. L’ingegnere mega-bionico indirizzo quantico nucleare sembrava destinato a dominare l’universo, ma come qualcuno diceva “nella vita reale non è detto per forza che vada a finire così”.

Poi è arrivata l’Internet. E dopo qualche anno si è cominciato a spiegare che il video che dura più di 30 secondi non lo guarda nessuno. Davvero?

Vero. La tesi è più lunga di una pagina scritta grande? Che noiaaaa… e mettici almeno due meme, dai! Raffaella Parvolo non ha fatto Like?Allora è fail (no, non si dice più flop). Niente kudos.

Vabbè, è vero, i tempi cambiano (meno male). Però c’è un però.

A non tenere l’attenzione per più di 30 secondi non sono solo i “medioti”, ovvero quella macro-categoria alla quale non apparteniamo perché non esiste ma che ci piace pensare domini l’Internet. I propugnatori dello stile “fast & glorious” sempre e comunque sono dappertutto, anche nelle fasce più insospettabili.

Io però non so, non riesco a capire per che squadra tifare.

Eterna gloria a Lercio, che in 10 parole riesce a fare la sintesi di una cosa che ci metteresti 6 mesi a raccontarla. Eterna gloria a Satoshi, che si è dovuto impegnare per spiegare Bitcoin con un po’ di pagine scritte piccole piccole (a proposto Satoshi: ma non potevi fare un video?).

Però (eccolo qua il però) se sei sul lettino di sala operatoria e stanno per farti un trapianto di cuore, te lo immagini il chirurgo che ti guarda e dice «Io? e chi c’aveva il tempo di leggere tutti quei libri??? E la pratica poi, che noia! Mi sono visto due bei tutorial e via, stai tranquillo che vai sul burro!». Capito?

Ecco. Un’idea me la sono fatta: non esiste una regola.

Dipende da cosa devi dire e a chi devi dirlo. Studiare serve ancora. Se devi spiegare una cosa complicata, magari c’hai lavorato degli anni, allora non bastano un meme, 2 righe e 3 slide. Basta con questa tirannide della bassa soglia di attenzione!

Abbiamo tutti bisogno di andare veloci e poi non è vero che le cose difficili sono sempre importanti e quelle semplici delle cagate… però basta con le regole da “clicca qui, non te ne pentirai”!

A volte di quel click ti penti, devi impegnarti duro per leggere tutto fino in fondo e capirlo bene, però poi hai imparato qualcosa.

E come diceva Porter in un suo famoso post molto venduto in libreria: se vuoi differenziarti devi avere qualcosa di diverso. Ecco: sei riuscito ad arrivare in fondo a quell’articolo lunghissimo? Fantastico, hai imparato una cosa che gli altri non avevano voglia… si sono stancati prima.

Quando poi incontri una persona che sa scrivere monografie da 200 pagine e te le sa spiegare in 100 parole mentre mangia un pezzo di Toblerone, beh allora hai davanti uno bravo.

Assumilo subito.

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Riccardo Zanardelli

Digital Platforms @ Beretta | PhD student in Statistics & Data Science @ AEM, UNIBS | Engineer | Only personal opinions here | Code is Law (cit.)